giovedì 28 novembre 2019

STEP #14

"IL TAMBURELLO COME SIMBOLO"

Il tamburello ha origini antichissime, forse esisteva già nel II millennio a.C. ed era comune a tutte le civiltà antiche ( Ebrei, Egizi, Sumeri, Ittiti). Tale strumento è originario della Grecia, Medio Oriente, Magna Grecia e India.  Gli archeologi hanno riportato alla luce antiche statue di donne sumere in possesso di tamburelli già a partire dal XXI secolo a.C. Anche nel Salento, sono stati ritrovati alcuni graffiti rupestri nelle grotte di Porto Badisco risalenti a circa 6000 anni fa, che raffigurano lo strumento in oggetto. Il tamburello siciliano, in particolare, è nato allo scopo di accompagnare la musica tradizionale, soprattutto durante i banchetti e nelle altre cerimonie. Esso veniva (e viene tutt'ora ma più raramente), utilizzato come strumento di accompagnamento per la "tarantella siciliana", danza tradizionale originatasi probabilmente nella provincia di Taranto, nel XIX secolo, divenuta uno degli emblemi più noti del Regno delle Due Sicilie ed il suo nome ha sostituito i nomi di balli diversi preesistenti di varie zone dell'Italia meridionale, diventando così la danza italiana più nota all'estero. La tradizione della costruzione artigianale del tamburello, purtroppo, è un'arte praticata quasi esclusivamente dagli anziani ed è perciò in via d'estinzione.

STEP #13

"ANATOMIA DEL TAMBURELLO"

Lo strumento è costituito da una corona di legno sulla quale è tesa una membrana di pelle. Nel telaio sono presenti delle fessure in cui sono applicati dei cimbalini (come dei sonaglietti), che ad ogni percussione arricchiscono il suono col loro tintinnare. 

corona di legno
membrana di pelle
cimbalini

STEP #12

"I MATERIALI DEL TAMBURELLO"

Lo strumento è costituito da una corona di legno sulla quale è tesa una membrana di pelle. Nel telaio sono presenti delle fessure in cui sono applicati dei cimbalini (come dei sonaglietti), che ad ogni percussione arricchiscono il suono col loro tintinnare. Il tamburello ha origini antichissime e si è evoluto nel tempo; esso nacque infatti nell'Estremo Oriente e la sua presenza è stata riscontrata in Mesopotamia, Medio Oriente, India, Grecia e anche Antica Roma.Nel Medioevo conquistò tutta l'Europa, compresa l'Italia dove il suo utilizzo diventò caratteristico della musica folk. A quei tempi esso era formato da un telaio di legno a forma circolare o rettangolare coperto da membrana e con zilli più grandi e più pesanti di quelli odierni posti a distanze regolari sul telaio stesso; inoltre i cimbalini a volte venivano sostituiti dai sonagli.


l modello moderno è molto utilizzato nella musica popolare, anche da grandi artisti come Freddy Mercury, Jim Morrison e Taylor Momsen. Per questo tipo di utilizzo viene preferito il modello senza membrana poichè offre una presa più salda e stabile.




Oggi esistono diversi modelli, tanto che nel Sud Italia ne troviamo diversi in ogni regione, in particolare quello siciliano si distingue per la pittura sulla membrana di pelle.











lunedì 25 novembre 2019

STEP #11

"TASSONOMIA"

Il tamburello siciliano esiste in diverse varianti che presentano ciascuna delle sottili differenze:  

Tamburello a mano: è sprovvisto di cimbalini. 



Tamburello con battente: come quello a mano, ma è suonato con una bacchetta apposita, chiamata battente.




Tammorra: come il tamburello basco (è munito di cimbalini), ma di maggiori dimensioni; è uno strumento della tradizione campana. 






Tamburo del mare: anche questo di origine italiana, è provvisto di due membrane (una di pelle e una di plastica o entrambe di pelle), che isolano lo spazio interno alla corona, in cui sono posti dei pallini di piombo, ceramica o plastica che producono il suono scorrendo sulla membrana.

STEP #10

"PROVERBI"






"Amore e tambureddu 4 iorna pari beddu" 


"Tambureddu ri lu me cori quantu è l'amuri ca mi fa pruvari quannu ti sentu scutulari"


"Sona sona tambureddu ca iu mi sentu ciù beddu"

STEP #9

"IL TAMBURELLO IN OGNI LINGUA"



Dialetto Siciliano: "Tambureddu";
Inglese: " Tambourine ";
Francese: " Tambourin ";
Spagnolo: " Pandereta ";
Tedesco: " Tambourin ";
Cinese: "手鼓 ";
Arabo: " الدف ";
Giapponese: "タンバリン";
Russo: " бубен ";
Portoghese: " Tamborim ";



domenica 24 novembre 2019

STEP #8

"IL TAMBURELLO SICILIANO"

La scelta di questo oggetto è dettata dal fatto che esso rappresenta in modo caratteristico la tradizione popolare siciliana sin dai tempi più antichi. Il tamburello siciliano è la sintesi di un connubio tra due elevate forme artistiche: la musica e la pittura, infatti è composto da pochi semplici elementi, una corona di legno sulla quale è tesa una membrana di pelle, nella quale vengono dipinte immagini caratteristiche siciliane, e in cui sono presenti delle fessure dove sono applicati dei cimbalini (sonaglietti di vario materiale metallico dai 7 e ai 20 cm di diametro). Il tamburello riesce, con diverse tecniche manuali, ad ottenere i caratteristici effetti di “tremolo” e “trillo” e tanti altri effetti attraverso la sola percussione con le mani o con le bacchette.







STEP #7

"UN FILM"



"L'AVVENTURA" di Michelangelo Antonioni



Michelangelo Antonioni, è stato un regista, sceneggiatore, montatore, scrittore, pittore e critico cinematografico italiano, tra i maggiori cineasti della storia del cinema. Egli ha ambientato parte del film "L'Avventura" nella città di Noto (SR)
e inoltre ha dedicato ad essa le prime due parti del film "Noto, Mandorli, Vulcano, Stromboli, Carnevale", realizzato per il padiglione italiano dell'Expò di Siviglia svoltosi nel 1992.


Trama: Durante una sosta sull'isolotto deserto di Lisca Bianca in occasione di una gita in barca alle isole Eolie, Anna, una giovane donna che aveva dato ripetuti segni di insofferenza, scompare nel nulla. Il suo compagno, l'architetto Sandro e una delle sue amiche Claudia si mettono alla sua ricerca, seguendo labili indizi e segnalazioni scarsamente attendibili.  Con il passare dei giorni e la mancanza di risultati, la preoccupazione per la sorte della persona cara ad entrambi tende a svanire e prende il sopravvento la reciproca attrazione, che i due riescono a esprimere liberamente in quei luoghi così pieni di fascino (Noto) e insieme inospitali (musei chiusi, turisti malvisti, ecc.).  Quando i due si riuniscono agli amici a Taormina, la loro avventura sembra avere termine per trasformarsi in una relazione riconosciuta agli occhi degli altri, ma già la prima notte Sandro si concede una pericolosa "distrazione" con l'aspirante scrittrice Gloria. Claudia, innamorata, è però pronta a perdonarlo e ad accettare una relazione tormentata, come quella che aveva fatto soffrire Anna prima di lei.  Il mistero della sparizione di Anna rimane insoluto.


martedì 19 novembre 2019

STEP #6

"IL NOME DEL LUOGO"


Periodo antico 


La citta di Noto, comunemente denominata Noto Antica, sorgeva 8 km più a nord dell’attuale città, sul monte Alveria.  I primi insediamenti umani risalgono all’età del bronzo antico come testimoniato dai numerosi reperti archeologici rinvenuti. La leggenda narra che Neaton, nome di Noto antica, venne trasferita dall’altura della Mendola al vicino monte Alveria, dal condottiero siculo Ducezio, che nel corso del V secolo, avrebbe difeso la città dall’attacco dei greci. Divenne così colonia siracusana durante il regno di Gerone II e nel 214 a.C., fu riconosciuta come città alleata dai Romani, che concessero ai netini un proprio senato, tanto che tutt’oggi in alcuni palazzi è presente la scritta SPQN (Senatus PopolosQue Netinum).


Periodo tardoantico ed arabo
Nel IV secolo d.C., in periodo tardo romano,  fu costruita la Villa Romana del Tellaro, dimora di una famiglia di latifondisti nei pressi dell’omonimo fiume. Gli scavi degli anni ’70, hanno riportato alla luce straordinari mosaici che ricoprivano i pavimenti dell’abitazione, scampati alla distruzione di un incendio risalente alla fine del IV secolo.Con l’occupazione dei bizantini tra il 535-555 d.C., tutto il territorio netino, fu arricchito di monumenti come la Basilica di Eloro, la Trigona di Cittadella dei Maccari e la Cripta di San Lorenzo Vecchio. Alla fine dell’ottocento passò sotto il dominio degli Arabi, che ne fortificarono il territorio e razionalizzarono le risorse agricole e commerciali.

Periodo Normanno-Aragonese
Quando nel 1091 il territorio netino fu occupato dai normanni, il figlio del Gran Conte Ruggero d’Altavilla diede inizio alla costruzione delle prime chiese cristiane e del castello, mentre il monastero cistercense di Santa Maria dell’arco fu costruito per volontà del conte Isinbardo Morengia.Passata sotto il dominio Angioino, il 2 aprile 1282 noto partecipò all’insurrezione dei Vespri siciliani.La continua lotta tra gli Aragona e gli Angiò per il possesso della Sicilia si risolse con la ribellione del castellano di Noto Ugolino Callari a Federico III D’Aragona, consegnando di fatto la città agli Angioini. Tornata sotto gli Aragonesi Noto continuò a sviluppare il suo nucleo cittadino che si arricchì con la costruzione della torre maestra del castello di Noto Antica.Nel 1503 a Noto fu conferito il titolo di Città ingegnosa, per i tanti personaggi di rilievo che nel 400 si distinsero nel campo dell’Arte, delle Lettere e della Scienza, come Giovanni Aurispa, Antonio Cassarino, Antonio Corsetto, Andrea Barbazio e Matteo Carnalivari.

Il terremoto del 1693 e la nuova vita di Noto


All’apice del suo splendore, l’11 gennaio 1693, noto fu distrutta da un devastante terremoto. La città per motivi di sicurezza venne ricostruita a 8 km più a valle. Per la ricostruzione della città vennero chiamati ingegneri, matematici e architetti di grande rilievo in quel periodo: l’ingegnere militare olandese Carlos de Grunenbergh, il matematico netino Giovanni Battista Landolina, il gesuita fra’Angelo Italia e l’architetto militare Giuseppe Formenti. Ma oltre al piano urbanistico in se venne molto curato anche l’aspetto architettonico. Fu per questo motivo che da tutta la Sicilia arrivarono capi mastri e scalpellini che, sotto le abili direttive di ingegnosi architetti, quali Rosario Gagliardi,Paolo Labisi, Vincenzo Sinatra, Antonio Mazza costruirono il centro storico di Noto così come oggi ci appare.
«Noto è una delle città d'Europa più splendidamente costruite: questa piccola remota località emerge nella memoria al pari di Würzburg o Nymphenburg, come uno dei risultati più raffinati dell'età che produsse Mozart e Tiepolo»
(Douglas Sladen[15])
Ad oggi, le vie della città sono intervallate da scenografiche piazze e imponenti scalinate che raccordano terrazze e dislivelli.

fonte:http://www.riserva-vendicari.it/vendicari-e-dintorni/noto-capitale-del-barocco/noto-antica/

STEP #5

"IL MITO"

          Nome  orig.          →        Νότος
         Sesso               →         Maschio 
                      Professione          →         Divinità Anemoe

Austro (in greco antico: Νότος, Nótos) o Noto od Ostro è un personaggio della mitologia greca, la personificazione del Vento del Sud, figlio del titano Astreo e di Eos; viene rappresentato come un anziano eternamente pregno d'acqua, altissimo e con il viso che arrivava fin sopra le nubi.

Austro portava con sé caldo e pioggia, viveva nel profondo sud e possedeva un fiato talmente ardente che con esso bruciava intere città e vascelli. Era associato con il vento caldo disseccante dell'ascesa di Sirio dopo l'estate e si pensava che portasse le tempeste di fine estate e autunno di conseguenza era temuto come un distruttore di raccolti. Esiodo invece cita questo e gli altri tre venti come una benedizione per gli uomini.Nella mitologia romana l'equivalente era Auster, l'incarnazione del vento di scirocco.

fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Austro

STEP #3

"UN LIBRO"

LA LEGISLAZIONE SCOLASTICA NEL REGNO D’ITALIA E LA SITUAZIONE NELLA PROVINCIA DI NOTO


AutoreMauro Giarrizzo
Collana:  Mneme
Anno edizione:  2011

Brevi cenni sulla biografia dell'autore: Mauro Giarrizzo nasce in Noto il 12 Febbraio 1967. Laureatosi presso l'Università degli Studi di Messina, in Giurisprudenza (S/22 Specialistica). Frequenta il master di II livello in Diritto di Famiglia e Mediazione Familiare, nella medesima Università. È Conciliatore Specializzato iscritto presso l'ANPAR, Associazione Nazionale per l'Arbitrato & la Conciliazione, ed accreditato al Ministero della Giustizia.  È Mediatore Familiare, iscritto presso l'A.I.Me.F., Associazione Italiana Mediatori familiari. È iscritto nel registro Speciale dei Praticanti Avvocati presso l'Ordine degli Avvocati di Siracusa. È iscritto nel Registro dei Praticanti Notai del Consiglio Notarile Distrettuale di Siracusa, ed ha concluso la prescritta pratica.

Descrizione del libro: Il libro si concentra sul tema delle varie evoluzioni legislative nell'ambito della scuola pubblica in Italia.

fonte:http://www.libreriaeditriceurso.com/archivio%20mailing%20list/librisunoto.html



STEP #2

 "LE COSE"

CARTOLINA DI NOTO-Cattedrale e Corso Vittorio Emanuele (lato occidentale)





MANDORLA DI SICILIA-una delle più famose e buone mandorle italiane, coltivata nell'estremo lembo sud-orientale della Sicilia. Eccellente per per le qualità organolettiche ma anche per le proprietà.




TAMBURELLO SICILIANO-il principale strumento ritmico nei repertori tradizionali delle tarantelle del sud Italia.





 TESTE DI MORO-vasi in ceramica a forma di testa di moro, derivanti da una macabra leggenda, così diffusi in Sicilia da essere divenuti uno dei simboli rappresentativi dell’isola.

STEP #1

LA CITTA' BAROCCA

Noto (Nuoto in siciliano) con i suoi 554,99 km² di superficie, occupa oltre un quarto della Provincia di Siracusa ed è il più grande comune della Sicilia e il quarto d'Italia. Sede episcopale, definita la "capitale del Barocco", nel 2002 il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO, insieme con le altre città tardo barocche del Val di Noto.






                                 Latitudine: 36°53′32″ N
                                                  Longitudine: 15°04′11″ E
                                                 Altitudine sul livello del mare: 138 m

                                      fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Noto_(Italia)